I soldi non dormono mai, e nemmeno noi quando ci pensiamo troppo. Per molto tempo relegato ad un affare solo materiale e pecuniario, la finanza (personale e non) parla invece spesso alle emozioni e influisce sul nostro benessere. Infatti, il 90% degli investimenti seguono decisioni emozionali e non razionali, lo dice la scienza! Cosa succede quando la pressione dei soldi (quelli che abbiamo e soprattutto quelli che mancano) ci rovina il morale? Per aiutare ci vuole il Financial Therapist.

Il portafoglio sul divano

Molti - tutti? - si preoccupano del denaro. Ma quando ci si trova di fronte a un grave problema finanziario, la preoccupazione può trasformarsi in un'ansia paralizzante. Non ci vuole una crisi economica per innescarla, ma è vero che dal 2007, quando la recessione colpì a livello mondiale, si vide una crescita delle richieste per un aiuto psicofinanziario. Ovvero, una domanda forte per essere assistiti non a salvare denaro o scegliere investimenti migliori - bensì, a gestire le emozioni personali che un contesto economico sconvolgente ha provocato. È emersa, allora, negli Stati Uniti principalmente, la figura del terapeuta finanziario. A metà strada tra consulente finanziario e psicologo, il FT offre consulenze sia al livello budgetario che sul piano del benessere mentale. L’uno e l’altro aspetto, infatti, spesso hanno una medesima radice.

La terapia aiuta a capire il proprio rapporto con il denaro
La terapia aiuta a capire il proprio rapporto con il denaro

Oltre il ruolo del consulente finanziario

Preoccuparsi per quanto spendiamo e risparmiamo fa parte della nostra cultura. Lo spiega Vicky Reynal, una delle rarissime Financial Therapist fuori dagli Stati Uniti, installata a Londra: “il denaro è sempre legato ad emozioni difficili: il senso di colpa per chi ne ha troppo, l’ansia per quando manca. È quindi necessario capire il meccanismo delle emozioni, noia, tristezza, solitudine, per sapere perché spendiamo troppo, ad esempio”. Un consulente finanziario tradizionale, come lo conosciamo in Italia, è certo capace di dettare piani d’azione per aiutarci con le finanze, ma il problema rimane che noi umani abbiamo difficoltà ad implementare un programma logico. Per ogni euro che spendiamo o che risparmiamo, proviamo a razionalizzare decisioni che spesso hanno a che fare con emozioni nascoste. Il compito del FT è quello di portarle a galla.

Mi parli di sua madre...

Tutto parte dalla famiglia, spiega Reynal, diplomata sia in Business management che in Psicoterapia. La nostra educazione, le esperienze vissute o dettate dai genitori influiscono sulla nostra cultura dei soldi. I nostri comportamenti irrazionali riguardo quel che dovrebbe essere una semplice addizione o sottrazione, risalgono alla nostra relazione con i genitori. Se da piccoli i soldi venivano a mancare, svilupperemo sensi di colpa a spendere da grandi. Oppure proveremo a colmare il vuoto provando a fare più soldi possibili, sacrificando però il nostro benessere. Anche la cultura religiosa o politica condiziona i nostri comportamenti: in un ambiente cattolico, ad esempio, l’avidità è vista male. Di conseguenza, da adulti proveremo sensi di colpa a guadagnare, anche onestamente, un po’ di soldi. 

Una professione in divenire

La terapia aiuta a capire il proprio rapporto con il denaro, a risanare le proprie emozioni, e non a fare più soldi. Ecco ciò su cui interviene il Financial Therapist secondo le parole di Rick Kahler, co-fondatore della Financial Therapy Association, che nel 2019 ha implementato il programma Certified Financial Therapist (CFT) per i professionisti della finanza e della salute mentale. La FTA inoltre pubblica sul proprio sito il Journal of Financial Therapy, scaricabile da chiunque e dedicato a professionisti di settore e appassionati dell’argomento. La pubblicazione scientifica, soggetta a una stretta revisione di esperti della FTA, ha lo scopo di diffondere saggi e pubblicazioni nel merito della terapia finanziaria, ma anche di raccogliere dati e informazioni, che purtroppo sono ancora pochi, rispetto a una disciplina relativamente nuova.

E perché mai si dovrebbe voler approfondire questa professione? Nonostante un qualsiasi terapeuta accreditato possa discutere con il suo cliente di soldi e difficoltà legate alla loro gestione, soltanto il FT certificato sarà in grado di approfondire questo argomento e arrivare alla radice del problema, trovando anche soluzioni utili dal punto di vista puramente finanziario. In questa disciplina, l’accento deve essere posto sulla parola “therapy”. Un consulente finanziario può sicuramente approcciare alcuni temi finanziari, ma solo un terapeuta accreditato può discutere di temi più profondi.

Rimborsato dalle ASL?

C’è da riconoscere che la professione non è diffusa fuori dagli States. In Italia, di Financial Therapist, ce ne sono esattamente zero. Perché ancora è un lusso parlare di soldi sul divano, solo una certa categoria socioeconomica se lo può permettere - da cui anche la distorsione statistica che il FT cura solo i problemi di abbondanza di soldi. Ma come per ogni trauma (lutto, abuso, ecc.), per le difficoltà economiche ci vuole una figura medicale. I problemi rilevati dagli FT riguardano spesso lo spendere troppo, quel che né uno psicologo, né un commercialista possono risolvere.

Reynal cita il caso di un giovane ragazzo benestante al quale il padre elargiva una quota mensile, che il giovanotto dilapidava in pochi giorni. Dopo una lunga consulenza, si scoprì che lo faceva per poi poter chiedere aiuto alla madre, separata da tempo; sbarazzandosi dei soldi del padre, trovava la scusa per ricollegarsi alla madre - un rapporto più importante per lui che l’equilibrio finanziario. Ognuno di noi, consapevole e non, potrebbe ricollegarsi ad una storia simile. In un paese come l’Italia, con un debito personale medio tra i più alti al mondo, magari una figura come l’FT potrebbe diventare un servizio pubblico. Nel frattempo, nascono piattaforme che si ripropongono di affrontare il tabù “parlare di soldi” come Rame Platform e la sua newsletter, dove ogni mercoledì illustra una sessione di FT.

Il benessere finanziario non riguarda la quantità, ma il controllo. Per essere felici, bisogna essere consapevoli che a volte è necessario fare dei compromessi. Ci vuole anche essere consapevoli dei traumi passati che, spesso, bloccano le nostre risoluzioni. Nelle parole di Reynal: ”Come in psicoterapia, tutto si guarisce. Ci vuole tempo e consigli, ad accettare le nostre paure”.