È incredibile pensare quanto il vento, il mare e i secoli possano inventare delle forme architettoniche da fare impallidire Gaudí, Le Corbusier e Frank Lloyd Wright. Alcune di queste meraviglie naturali, che sembrano proprio fatte dalla mano umana, sono invece state scoperte dopo che l’architettura ha “inventato” le loro forme. Allora, chi ha ispirato chi?
Le Piramidi di terra a Perca, Italia
Il paesaggio fuori dal mondo di queste formazioni erosive tipiche dell’Alto Adige è stato reso famoso nel 2018 dal National Geographic, con lo scatto fantasmagorico di Marco Grassi. Nella parte alta di una foresta di sottili, fragili aghi di fango, sono poggiate pietre che sembrano in equilibrio precario. Un’eccezione nella natura, che sempre preferisce le forme a piramide, cercando la stabilità. In questo caso, è proprio la pietra dura che protegge la colonna friabile dall’erosione. Ne emerge un’architettura “invertita”, che richiama certe stupa dei tempi del Myanmar, ma anche alcune visioni di cattedrali gotiche con le loro lunghe frecce in cui la resistenza della pietra non potrebbe da sola permettere la forma – è stato scoperto solo di recente che la vera innovazione delle grandi cattedrali del 1300 è stato l’uso di assi di acciaio, da cui la rivoluzione dell’altezza del Duomo di Milano o della Cattedrale di Chartres. Questa bizzarria straordinaria esiste in più località del Trentino. In Val Pusteria, le più accessibili sono quelle di Perca, che si raggiungono direttamente in macchina. Dopo una breve camminata di 45 minuti, potrete anche vedere altre piramidi più alte. In alternativa potete visitare quelle di Segonzano con un percorso che ha una durata di circa 2 ore e 45 minuti a/r.

I Canyon della Wadi Rum, in Giordania
Ovviamente, la Giordania evocherà prima di tutto Petra, la città scavata e incastonata nella roccia, dove l’architettura sfrutta la natura. Ma un po’ più a sud, il paesaggio marziano della Valle della Sabbia (Wadi Rum) offre una miriade di canyon smussati dal vento, con strati di colori rossi che costruiscono forme sinuose molto architettoniche. Per secoli, la civiltà dei Nabatei ha scolpito la pietra per dare verticalità e simmetria alla roccia – l’esempio più famoso sono le “chiese” di Petra. Le forme sinuose e lisce proposte dalla natura avranno sicuramente ispirato grande parte dell’architettura moderna, in particolare negli anni '50, caratterizzati dall’abbandono di una classica visione rettangolare. La medesima sinuosità la incontriamo anche al Guggenheim di New York, o anche nel progetto geologico dell’architetto giapponese Koichi Takada per il museo nazionale del Qatar, composto da strati di legno curvilineo, il quale trasmette un senso di pienezza ed eternità. La Wadi Rum è ormai un immenso parco naturale desertico, che si può apprezzare dal tetto della Jeep o in sella ad un cavallo. L’ingresso si fa da Wadi Rum Village, a diverse ore di macchina dalla capitale Amman.

Le stalagmiti “piede di elefante” di Postojnska, Slovenia
Gran parte delle cave del mondo si sono create non tanto per accumulazione, ma per dispersione di materiali che vengono man mano portati via dalle acque piovane. Quel che rimane sono gli strati duri, e l’ingegneria innata del sistema conferisce una struttura composta da colonne e cupole, proprio come nell’architettura artificiale. Tra le innumerevoli meraviglie sotterranee in Europa, le cave di Postojnska in Slovenia meritano una visita. Scoperte solo duecento anni fa, sono composte da un susseguirsi di sale faraoniche scandite da pilastri "gocciolanti", i quali, a volte, raggiungono la volta della sala creando colonne caratterizzate da uno stile simil Art Déco. Cosa può aver ispirato? La Sagrada Familia di Gaudi ovviamente, a Barcellona. Le forme organiche ma organizzate, volute dall’artista non solo si ispirano alla natura, ma riprendono anche il processo ingegneristico di costruzione: per calcolare la distribuzione delle masse, Gaudi usò un sistema fisico di fili a ragnatela e di pietre sospese, successivamente capovolto per conferire forma alle volte. Insomma, proprio come i cumuli naturali scolpiti dal tempo nelle cave.

Il Gouffre de Padirac, Francia
Questa impressionante cavità naturale grande più di 100 metri di profondità, è caratterizzata da un fiume sotterraneo e da diverse sale. Esplorato per la prima volta nel XIX secolo, oggi questo pozzo dal diametro di 35 metri attrae 400.000 visitatori l’anno. Visto dall’interno, sembra proprio un’opera artificiale, un’immensa cavità luminosa circolare, una torre cava domata dal cielo. La sua forma regolare è dovuta all’erosione verticale che ha asportato il materiale calcareo verso il basso, lasciando un bacino perfettamente circolare, successivamente il “tetto” della cava è crollato creando così il pozzo. L’architettura “ceca” sui lati, ma aperta al cielo, non è proprio tipica dell’abitare umano, però esiste da sempre negli edifici sacri: sia i tempi indù che il Pantheon di Roma simboleggiano l’ascensione verso il cielo grazie ad oculi o aperture sommitali. Come raggiungerlo: nel paese del foie gras e delle cave, il Gouffre de Padirac si raggiunge benissimo da Bordeaux con la macchina. Nei dintorni, il villaggio medievale di Rocamadour è uno dei più belli in Francia.

La cascata di basalto di Svartifoss, Islanda
Il chaos è naturale, la geometria è artificiale. Ma quando la natura si impossessa della matematica, non si può escludere l’intervento di un essere senziente. Di qui la leggenda dei giganti che hanno costruito il famoso selciato, the Giant’s Causeway, in Irlanda del Nord. Il fenomeno di pilastri di basalto non esiste solo in Irlanda, ma è un classico di ogni paesaggio vulcanico. La famosa cascata di Svartifoss, in Islanda, ne è un esempio, essa offre anche la vista di colonne sovrastanti. Altro che giganti, la verità geologica dice che raffreddandosi, il basalto vulcanico si formò secondo la più elementare legge della fisica, ovvero quella della conservazione dell’energia. L’erosione ha fatto il resto per creare questi pilastri ieratici e impressionanti. Alcuni monumenti recenti in Islanda si sono apertamente ispirati alla cascata di basalto. È il caso del Teatro Nazionale di Reykjavik, con le sue colonne sporgenti sulla facciata. La scalata di pilastri è anche ovviamente il soggetto da cui hanno preso ispirazione per la chiesa Hallgrímskirkja, la cui facciata è una sorta di organo di cemento a forma di onda. All’ingresso del parco nazionale di Vatnajökull, a 4 ore dalla capitale, una camminata di 2 ore vi porterà al ricco sito di cascate.
